mercoledì 17 ottobre 2018

Giornata mondiale della Povertà

Antoniano di Bologna
 
 
COMUNICATO STAMPA
Giornata mondiale della Povertà
L’analisi di Antoniano: cosa significa essere poveri e direzioni possibili nel Terzo Settore

Bologna, 16 ottobre 2018

Nella giornata mondiale della Povertà, Antoniano – che da sempre lavora per supportare le persone in condizioni di disagio estremo – si interroga sul significato di questa parola oggi, su suo significato più concreto, immediato, e su quello maggiormente politico, relativo alle prospettive da cui guardare al problema.

“Cosa significa essere poveri nel 2018? – si chiede Fr. Giampaolo Cavalli, direttore di Antoniano. Essere soli sicuramente. Non poter contare su nessuno all’infuori di te stesso, non avere nessuno capace di darti un senso, vedere nel viso degli altri solo possibili nemici per paura concreta o indotta. Essere senza dimora. Non avere una casa o un luogo amico in cui potersi rifugiare ma anche non avere nessun strumento per comunicare se tutta la tua vita è a chilometri di distanza da te e solo un piccolo schermo ti può far respirare l’ossigeno che ti nutre. Essere incapaci di provvedere alle proprie spese. Non avere un lavoro o avere uno stipendio troppo basso, non riuscire a pagare puntualmente affitto e bollette, rimandare visite mediche anche quando costano poco, mettere in un angolo i bollettini non saldati della rata mensile per la mensa della scuola… Essere stranieri. Non riuscire ad esprimersi per farsi capire, non vedere al risveglio visi in cui potersi riconoscere, strade da percorrere con facilità senza correre il rischio che qualcuno ti scambi per un nemico.”.

Gli fa eco Alessandro Albergamo, coordinatore dei Servizi Sociali di Antoniano, che analizza l’approccio al problema della povertà. “Siamo anche poveri noi stessi: di visioni alternative alla mentalità paternalistica sulla povertà come colpa; sui poveri come deboli e incapaci, privi di sogni e aspirazioni; di visioni che sappiano affrontare il problema senza limitarlo alle questioni di “sicurezza” e “decoro socio-urbanistico”; di progetti sociali che si pongano in discontinuità con gli schemi obsoleti e freddi del passato; di riferimenti umani, culturali e sociali in grado di farci fare un salto di qualità nella lotta alla povertà; di politiche empatiche, inclusive e lungimiranti, non basate sulla spending review o sugli attacchi alla solidarietà. Il Terzo Settore, deve interrogarsi sulle proprie responsabilità mancate e sulle proprie possibilità future. Non basta rivolgersi ai “poveri” o parlare di “povertà” ai convegni. Bisogna parlare anche di “ricchezza” in senso lato, bisogna far conoscere a chi è “ricco” la complessità di chi è “povero”. Non basta aumentare i flussi di denaro o di Servizi alla persona, ma bisogna anche investire sulle persone “povere” stesse, sul famoso capitale umano e sociale, sulla famosa “dimensione comunitaria”. Finché non ribalteremo il pensiero che il povero non ha capacità o addirittura diritto di costruirsi un futuro e un presente che si sceglie all’interno di un percorso che lo vede protagonista attivo, che il povero non ha diritto alla propria dimensione umana, sociale e civile, e che queste sue dimensioni sono strettamente connesse alla nostra, allora non ci trasformeremo mai in una società in grado di produrre ricchezza condivisa, inclusione e dignità per tutti. Una società migliore in cui crescere dei figli che siano cittadini attivi e solidali. Se la politica non riesce da sola, il Terzo Settore deve assolvere a questa sua funzione intrinseca e deve rivendicare per sé un ruolo attivo nei processi politici e sociali, per una società più equa e solidale, dove nessuno resta indietro per colpa di chi sta davanti.”.

Anche per questi motivi, due associazioni come Antoniano e Piazza Grande hanno collaborato alla produzione del documentario “Storie del Dormiveglia”, di Luca Magi,che dopo essere stato premiato alla 14esima edizione di Biografilm Festival con il “Best Film Yoga Award”, verrà proiettato al Cinema Teatro Antoniano martedì 30 ottobre, alle 20.30.

In “Storie del dormiveglia” il regista Luca Magi narra le vicissitudini di alcuni ospiti del centro di accoglienza notturno Rostom, situato nella periferia di Bologna, nel periodo in cui era gestito da Antoniano e Arci. Dal buio, tra una sigaretta e l’altra, emergono i volti e le parole di chi resta nel dormitorio per una sola notte o di chi ne ha fatto la propria casa. Uomini e donne con un passato difficile, esiliati in un presente di perpetua attesa. Una galassia perduta a debita distanza dal passato e dal futuro. Il film restituisce un ritratto estremamente intimo e umano delle persone che hanno frequentato il dormitorio.

Storie del Dormiveglia
Regia di Luca Magi
Una produzione Kiné in associazione con Piazza Grande
In collaborazione con Vezfilm
In collaborazione con Antoniano
Con il sostegno di Regione Emilia-Romagna – Film Commission
Film riconosciuto di interesse culturale con contributo economico del MibacT – Direzione Generale Cinema

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